TITOLI DI TESTA: bestia che non sei altro
TRAMA: oggi vi parlo di un film che inizialmente avrebbe dovuto da esse chiamato “Mettetece la sabbia e ve famo er culo”. Giusto pe fatte capì che nun poteva da esse na passeggiata de salute tra le dune, ma na vera e propria guerra tra l’uomo e le belve, in questo caso due leoni stronzi come pochi.
E se già ve state a immaginà un documentario de SuperQuark narrato da Albertino con sottofondo tribale, scordatevelo. Qua c’abbiamo due protagonisti de peso: Michael Douglas, che se presenta con la barba da cacciatore che manco Tarzan sotto steroidi, e Val Kilmer, che per una volta non fa solo il figo, ma fa er serio e lo fa pure bene.
Stamo in Africa, fine 800, epoca colonialista – quando gli inglesi erano ancora convinti de poté costruì ferrovie ovunque manco fossero a Sim City. Val Kilmer è er capo ingegnere, n’tipo calmo, educato, che arriva lì pe costruì sta cazzo de ferrovia…ma quello che se ritrova davanti è ben altro: due leoni assassini, chiamati poi “I fantasmi”, che se stanno a magnà gli operai come se fossero al McDrive all you can eat.
Sti du micetti so n’misto tra Freddy Krueger e Hannibal Lecter, ma senza le buone maniere. E mica parliamo de una scena o due: sti stronzi organizzano agguati, entrano nei campi base, piazzano bombe, sbranano la gente con stile. Praticamente due ninja col pelo.
E allora ecco che arriva lui: Michael Douglas, nei panni di Remington, cacciatore misterioso, cor cappello da esploratore e lo sguardo de chi ha fatto pace col suo passato…a colpi de doppietta. Douglas pare un Indiana Jones che s’è stufato dei templi maledetti e ha deciso de passà alle bestie vere. Ogni volta che parla, te pare che la sabbia smetta de soffià e i leoni se mettono seduti a sentì la lezione.
Kilmer invece parte da ingegnere impanicato e col tempo diventa mezzo Rambo coloniale, uno che prima leggeva le mappe e alla fine legge negli occhi delle bestie chi sarà il prossimo a schiattà. E in tutto sto marasma, i due reggono la scena come se stessero a recità Shakespeare, ma co fucili e trappole al posto dei monologhi.
La regia de Stephen Hopkins è quella de uno che sà il fatto suo: zero cagate, tensione che cresce a ogni scena, e i leoni li senti pure quando nun se vedono, come i suoceri che giudicano da dietro la porta. Il film riesce a esse horror, thriller e pure survival, tutto senza diventà ridicolo…mica poco!
TITOLI DI CODA: Spiriti nelle tenebre è uno di quei film che te pjano, te stringono la gola co le zanne del buon cinema e te ricordano che, prima de CGI e supereroi con i pigiami lucidi, esisteva ancora il sudore, la tensione e la recitazione vera. Michael Douglas è una leggenda, Val Kilmer una sorpresa che se te lo ricordi solo per Top Gun meriti de stà legato vicino alla gabbia dei leoni veri, e il film…beh, il film t’arresta. T’incolla. Praticamente te morde come un leone, ma senza avvisà.
EXTRA: Leoni mai visti ma na volta sò stato co una del Leone…mordeva, ma nun ve dico dove.
Mklane
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