TRAILER: nonno a chi?
TRAMA: come se John Wick avesse un nonno muto e incazzato, che invece de portasse appresso un cane, s’attacca ar piccone e se scanna mezza armata nazista. Siamo in Finlandia, verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, e sto vecchio lupo de nome (non lo scrivo perché non sò il finlandese) che pare n’pensionato qualsiasi, se rivela n’massacro ambulante.
La trama? Er vecchio trova l’oro e decide de portasselo a casa, ma sulla strada incontra na banda de nazisti che pensano sia roba loro. E qui parte er balletto: muto come n’pesce, inizia a sterminà sti stronzi co na precisione che manco Rambo.
Ogni scena è n’crescendo di gentilezza, tra mine antiuomo, fucilate e squartamenti. Lui nun dice na parola, lascia che sò le sue mani e i suoi coltelli a parlà, e te dici: “Ahò, se avesse parlato, probabilmente se magnava pure i nazisti pe colazione”. Ogni volta che pensi sia finita, er nonno immortale risorge e fà er culo a tutti.
La regia è secca, senza fronzoli, e tutto è concentrato su sto bagno de sangue che è quasi poetico nella sua brutalità. Insomma, “Sisu . L’immortale” è un film che va visto per capì che er vero John Wick è venuto prima, muto, e senza bisogno de troppe cazzate. È na celebrazione della violenza più grezza e cruda, e sì, te lascia col sorriso de chi ha appena visto n’massacro ben fatto. Se cercate un film su “come aggrapparsi a un aereo in volo grazie all’utilizzo di un piccone” è questa la pellicola per voi.
Voto 6.2/10
Mklane
Se fosse toccato a Gigi Proietti a dover buttare giù due righe su Sisu – L’immortale, non credo ci sarebbero stati molti dubbi su come l’avrebbe impostata: avrebbe tirato fuori il personaggio di uno dei suoi racconti più riusciti e, a conti fatti, non sarebbe andato molto lontano dalla realtà.
Il protagonista di questo film, infatti, il termine russo con il quale lo chiamano onestamente non lo ricordo ma aveva a che fare con spiriti e leggende, è molto vicino al suo cavaliere nero: se gli dai fastidio (usiamo un eufemismo), non esci proprio benissimo. E se questo è il taglio scelto dalla storia, che può piacere o non piacere, quello che è opinabile e quindi soggetto di valutazione, è l’esecuzione. Per carità, trattasi di un film d’azione senza pretese particolari, ma quello che mi ha lasciato un pizzico perplesso, al di la della buona realizzazione visiva, è l’esagerazione dell’ultima parte della storia. Certo, l’idea era quella di idealizzare l’uomo nel mito, ma certe dinamiche sono davvero troppo esagerate e, dal mio punto di vista, smorzano il coinvolgimento finale.
Evitabilissimi anche la suddivisione della storia in capitoli. Questa è un’abitudine che negli anni ha preso piede (quando lo fece Tarantino con Pulp Fiction era una rivoluzione ma con una motivazione) e ormai, e questo è il caso, è usata senza un motivo ben preciso.
Sisu è un film che mira puramente all’azione e gioca con il divino/sovrannaturale proprio per avere la possibilità di esagerare e oltrepassare ogni limite. Io credo che per lunghi tratti riesce nel suo intento di puro intrattenimento, sviando dal possibile, come detto, un po’ troppo nella parte finale. Anche gli ultimi secondi sono parecchio rivedibili seppur inseriti correttamente nel percorso pensato e mostrato.
Da un certo punto di vista mi viene da dire peccato senza per questo negare che in molti tratti mi sono divertito e che se me lo chiedessero suggerirei (specificando di non aspettarsi morali o contenuti su cui riflettere) di vederlo.
Voto 6/10
Jonhdoe1978
Sisu – L’Immortale, film di Jalmari Helander disponibile ancora per poco su Netflix, si rivela un’opera unica, intrisa di azione brutale e un’aura di leggenda.
Nel gelido 1944 della Lapponia finlandese, l’ultimo scorcio della Seconda Guerra Mondiale fa da sfondo a una battaglia feroce e quasi epica. Protagonista è Aatami Korpì, un cercatore d’oro solitario interpretato da Jorma Tommila. La sua tranquilla esistenza da eremita viene sconvolta quando un plotone nazista lo deruba del prezioso oro che aveva faticosamente raccolto. Ma questi soldati commettono un errore fatale: incrociare la strada di un uomo che sembra incarnare l’essenza stessa della sopravvivenza e della vendetta.
Il termine “Sisu”, intraducibile con una sola parola, richiama una combinazione di forza di volontà, determinazione e resilienza. Questo concetto permea l’intero film, dove l’indistruttibile Korpì affronta gli oppressori con creatività brutale, trasformando ogni incontro in un vero e proprio massacro coreografico. Lo stile di Helander emerge in tutta la sua forza: un mix di western e survival movie, arricchito da influenze gore e un’ironia oscura che rendono il tutto grottesco e irresistibile.
Le ambientazioni lapponi, maestose e inospitali, diventano un personaggio a loro volta, con le distese innevate e i cieli immensi che si tingono di rosso durante gli scontri. Helander gioca sapientemente con le contraddizioni: l’intensa violenza, pur graficamente esplicita, si colloca su un piano quasi surreale, riecheggiando i toni pulp di Quentin Tarantino, o l’esagerazione stilistica di Tommy Wirkola e, quando si resta “con i piedi per terra”, tutto quello che si può rubare al western di Sergio Leone. Sequenze ad alto tasso adrenalinico, come il combattimento finale aereo (che farebbe dubitare anche Tom Cruise), spingono volutamente oltre i limiti della credibilità, regalando un’esperienza visiva tra il serio e il faceto.
La pellicola è però anch’essa vittima dei nuovi e noiosi parametri imposti dalla piattaforma streaming, con il coinvolgimento delle prigioniere naziste, che dimostrano il loro spirito combattivo affiancando il protagonista nella sua crociata…un’altra possente spallata al machismo e al patriarcato.
Il film, suddiviso in capitoli ben scanditi, procede con un ritmo incalzante per 91’, mantenendo alta la tensione e il coinvolgimento, seppur sfaciolando* un po’ nel finale.
Sisu – L’Immortale è una glorificazione della resistenza e del coraggio umano, avvolta in un manto di violenza epica. Un’esperienza da vivere tutta d’un fiato, tra mito, storia e, soprattutto, cinema d’intrattenimento.
* Dal romano: “Perdere il controllo in ciò che si dice e in ciò che si fa”
Voto 6.6/10
Alessandrocon2esse
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