Nel 1984 veniva proiettato per la prima volta il film The Karate Kid di John G. Avildsen, un progetto cinematografico che nasconde molte storie affascinanti dietro la sua realizzazione, tra cui spicca un racconto di profonda umiltà e rispetto reciproco.
Il ruolo del maestro Miyagi fu inizialmente proposto al sensei Fumio Demura, un rinomato esperto e 9º Dan di Karate Shito-Ryu. Nonostante la prestigiosa offerta, Demura declinò l’invito, ammettendo con grande modestia di non sentirsi adeguatamente preparato come attore e di non voler rischiare di compromettere la qualità del film.
In seguito, il ruolo fu offerto a Noriyuki “Pat” Morita, attore di talento ma privo di esperienza nelle arti marziali. Morita accettò di interpretare Miyagi solo a condizione che Demura si occupasse delle scene in cui veniva mostrata l’arte del Karate. Questo perché Morita nutriva un profondo rispetto per questa disciplina, riconoscendone la complessità e il valore, e non voleva rappresentarla in modo inadeguato.
Così, dietro le quinte di The Karate Kid, si instaurò una collaborazione basata sulla reciproca stima: Demura prestò le sue straordinarie abilità marziali al personaggio di Miyagi, mentre Morita portò sullo schermo l’essenza e la saggezza del maestro, dando vita a una delle figure più iconiche del cinema degli anni ‘80.
Ti è piaciuta la recensione? Seguici anche su Instagram e Facebook
Lascia un commento