Nome: Il pilota
Segni Particolari: Un giubbotto chiaro con dietro il disegno di uno scorpione
Attività: Meccanico/Stuntman
Periodo di attività: 2011
La percezione dell’eroe, ma anche il suo significato, con i secoli è profondamente cambiata. Questa indubbia trasformazione etimologica ha portato a inquadrare le persone degne di questo “titolo” oltre un’epicità astratta e da racconto da tramandare, riportandole in una dimensione più terrena e quindi più vicina. Tale metamorfosi non ha però, intaccato due caratteristiche imprescindibili per essere inseriti in questa categoria: l’altruismo quasi disinteressato e la provenienza/passato misteriosa del soggetto. Ed ecco che cosi entra in ballo, appunto, il protagonista di questo approfondimento.
Il pilota, altro nome con il quale lo conosciamo è “ragazzo”, è il classico eroe metropolitano che non ti aspetti: taciturno, solitario, apparentemente intoccabile e con un passato oscuro e pieno di domande. Non sappiamo nulla di lui e non sapremo nulla, ma non riusciamo sin dal primo minuto a non stare con lui, quasi che nel suo dubbio agire ci sia comunque qualcosa di condivisibile e attraente. I motivi di tale attrazione, che poi sono anche quelli che hanno reso Drive il film l’icona di settore che ora è, sono a mio avviso tre:
– la duplice natura lupo/agnello che piano piano esce fuori in lui non solo non stona, nonostante l’evidente essere sopra le righe, ma lo avvicina a quel senso cittadino di giustizia e coraggio che tutti abbiamo/voremmo;
– la profonda convinzione che solo l’amore può trasformare cosi tanto il modo di vivere/pensare di una persona facendogli rischiare praticamente tutto:
– Ryan Gosling. C’è poco da fare, è l’unico attore che riesce a trasmettere tenerezza e sicurezza sia con un sorriso che con un pugno e una coltellata. Ci ha costruito quasi tutto l’inizio della sua carriera su queste caratteristiche e si può dire, senza possibilità di errore, che ha fatto la scelta giusta.
“Mi basta un tuo sorriso e la mia vita cambierà. Non importa da dove vengo o dove potrei andare, senza di te ormai tutto sarebbe troppo veloce anche per me.” Sono tra virgolette, ma non sono parole sue. Sono le mie rispetto a quello che credo possa aver pensato. Anche nei suoi pensieri non c’è chiarezza della sua provenienza quasi che essa si sia trasformata di punto e in bianco solo nel mezzo per arrivare dove è adesso: davanti a lei. E non ci sarà sangue, vendetta o morte che possa fargli cambiare idea. L’amore è così, annulla qualsiasi cosa e tutto si condensa in piccoli stretti punti che però hanno la capacità, oltre tutto, di disegnare qualsiasi galassia e qualsiasi possibilità. E chissà che quella possibilità smetta di sanguinare e che quell’ultimo miglio sulla macchina non si trasformi nel primo di una nuova vita fatta di molti bellissimi silenzi e tanta infinita affinità. Il viso di Irene (la Mulligan è incantevole) lo meriterebbe e anche quella definizione di eroe data all’inizio non verrebbe intaccata, anzi, si aggiungerebbe di qualcosa di ancora più intimo e quindi assolutamente poetico e umano.
Jonhdoe1978
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