
Tra gli elementi che rendono Lo Squalo un classico intramontabile, ce n’è uno che il pubblico non ha mai visto, ma che continua ad alimentare la leggenda del film: una scena eliminata in fase di montaggio.
In quella sequenza, il famigerato squalo, soprannominato “Bruce” dalla troupe, emergeva improvvisamente dall’acqua, alle spalle di bagnanti ignari. Una comparsa spettacolare, pensata per stupire.
Eppure, Steven Spielberg decise di tagliarla. Non solo perché il modello meccanico, era inaffidabile e incline a guasti continui, ma anche per una precisa scelta narrativa: mostrare troppo, troppo presto, avrebbe distrutto l’effetto di tensione crescente. Il regista trasformò i limiti tecnici in stile visivo, affidandosi a inquadrature soggettive, montaggio serrato e soprattutto all’indimenticabile musica di John Williams per creare l’attesa.
Paradossalmente, l’assenza dello squalo per gran parte del film ne aumentò l’impatto emotivo. Il pubblico non temeva ciò che vedeva, ma ciò che immaginava. Quella scelta, nata da necessità, diventò una lezione di regia: il terrore si nasconde nell’ombra, non nell’eccesso.
La scena tagliata sopravvive solo nei racconti e nelle analisi degli appassionati, come un’eco di ciò che Lo Squalo avrebbe potuto essere… e che, per fortuna, non è stato.


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