
Pur di partecipare ad una pellicola diretta da Guy Ritchie, l’ attore statunitense Brad Pitt decise di rinunciare al suo abituale cachet (all’ epoca si aggirava intorno ai 20 milioni di dollari) e di accettare una sorta di “rimborso spese”. Riuscì in questo modo ad aggiudicarsi il ruolo dello zingaro Mickey O’ Neil in The Snatch, dando vita ad uno dei personaggi più iconici della cinematografia di Ritchie.
Il singolo “sforzo” di Pitt non riuscì comunque ad evitare a regista e produzione di sforare col budget previsto, costringendo Ritchie quotidianamente ad ingegnarsi per trovare alternative economiche e modificare il meno possibile lo script originale.
Durante gli incontri clandestini di boxe a mani nude, ad esempio, vennero ingaggiate soltanto un centinaio di comparse che venivano fatte spostare da Ritchie in continuazione, da una parte all’ altra del ring, per poter essere inquadrate dalla camera e dare l’ idea che la bisca fosse completamente affollata.
Geniale e funzionale…non c’è che dire, ma siamo sicuri che sia tutta farina del suo sacco?
Non lo so, ma mi fa ridere immaginare un giovane e quattordicenne Guy nel 1982, insieme con i suoi amichetti al cinema, a vedere Ricchi, ricchissimi…praticamente in mutande di Sergio Martino e ridere a crepapelle durante il terzo episodio, dove l’ impreditore Alberto Del Prà, interpretato da Renato Pozzetto, faceva spostare i suoi 15 operai da un hangar all’ altro del suo cantiere navale, per ottenere la commissione a costruire lo yatch dello sceicco Omar Abdul Youssef El Rāchid.


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