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Roy Batty di Mklane

Contrassegnato con: Blade Runner, mklane, Roy Batty

Roy Batty

Nome: Roy Batty

Segni Particolari: Un transistor bruciato

Attività: Replicante

Periodo di attività: un film, o meglio, un capolavoro

Ahò, Roy Batty, ’n nome che pare ’n incrocio tra ’n batterista scappato da ’na cover band de Bon Jovi e ‘n buttafuori de periferia. Ma chi è davvero? È er replicante più cazzuto de tutta la galassia, ‘n tipo che, se nun fosse stato costruito in laboratorio, sicuramente veniva fori da ’n buco de quartiere tipo Tor Bella Monaca spaziale.

Dice che è nato ‘n ‘sta fabbrica di robot su ‘na stella lontana, ma io nun ce credo: pe’ me Roy Batty è chiaramente cresciuto in ‘n angolo buio de Roma Sud, tipo dentro ‘na sala giochi der ’90, a smontà flipper co’ le mani nude e a faje il verso a Terminator: “Io tornerò, ma prima te sfascio la capoccia”.

Fisico da statua greca scolpita da un muratore ubriaco, capigliatura che sembra ‘na pecora albina passata sotto er phon, e occhi azzurri che, quando te guardano, sembra che stanno a scansionatte pe’ decida’ se darti ’n cazzotto o spiegatte l’esistenzialismo in due minuti. E su quest’ultimo punto ce torneremo, perché Roy, tra ‘n pugno e ‘na poesia, c’ha ‘sto vizio de filosofeggià che te spezza.

Nel film, ‘sto Batty spaccone decide che la vita so’ quattro giorni e lui ce n’ha solo due. Mo, te immagini se ce n’aveva sei? Probabilmente passava i restanti a rompe’ er cazzo a tutta Los Angeles futuristica, oppure a cojonà gli umani tipo: “Che t’ammazzi a fa’ de fatica? Tanto morimo tutti”. Er problema grosso, però, è che er nostro Roy nun è uno che accetta ‘sta fregatura del ciclo vitale corto: lui vuole vivi’, vuole ribellasse, e soprattutto vuole trovà chi cazzo l’ha creato pe’ allungasse er contratto de vita, manco fosse ’na serie Netflix.

E qui arriva Tyrell, er “papino” suo. Aò, ma chi l’ha visto Tyrell? Pare er classico nerd col cervello gigante, che però se piscia sotto appena se trova davanti Roy co’ quella faccia de marmo incazzata. Quando Roy je chiede: “A papà, me lo cambi er destino?”, Tyrell je risponde tipo: “A bello, me sa de no”. E come finisce? Roy je pia ‘n bacio in fronte, ma der tipo passionale: je sfonda er cranio. T’aspettavi ‘n dialogo alla Freud, eh? Macché, botta secca, e annamo avanti.

Poi c’è Pris, ‘n’altra replicante, che sembra uscita da ‘n rave punk a Testaccio. Sta Pris è tipo la Bonnie der Clyde robotico, se pija pure perculi da Roy, ma te capisci subito che tra loro c’è ‘n’intesa. Ah, lui c’ha er lato poetico, lei er lato matto: coppia perfetta, che nun farebbero manco entrà in ‘na discoteca der futuro senza spacca’ tutto.

E mo parlamo der vero rapporto drammatico: Roy e Deckard, er cacciatore de replicanti. Aò, ‘sta cosa è fantastica: er Blade Runner de turno è tipo er poliziotto che nun vede l’ora de chiude er turno e torna’ a casa, ma se trova contro Batty, che invece c’ha tutto il tempo der mondo (finché dura) pe’ giocasse er gatto co’ er topo. La scena finale? Roy, co’ i baffi invisibili, a ‘na certa decide che vuole fa’ er filosofo der quartiere e se spara ‘n monologo che ancora oggi te fa venì la pelle d’oca: “Ho visto cose che voi umani manco se ve sognate, tipo ’n tassista romano che te dà er resto giusto e sorride”. Cioè, pure lì, mentre sta per crepà, t’insegna ‘na lezione de vita. Genio.

In conclusione, Roy Batty è ‘sto anti-eroe che te fa senti’ la vita come ‘na fregatura, ma te fa capì pure che, se devi crepà, almeno fallo co’ stile. È ‘n filosofo de borgata, ‘n cazzaro cosmico, ma pure uno che, alla fine, te fa emozionà più de quante botte te tira. Se Shakespeare fosse stato romano, Batty sarebbe er suo Amleto, solo co’ più muscoli e meno seghe mentali.

Curiosità alla Mica Lo Sapevo: l’attore che lo interpreta, Rutger Hauer, insignito della cittadinanza onoraria a Rotterdam per via del nome, aveva una grandissima passione per il baseball, uno sport che ha dovuto lasciare subito dopo l’uscita del film. Tutte le volte che prendeva la mazza in mano, qualcuno gli diceva sempre “Batty, Batty…”…purtroppo non è mai riuscito a lasciarsi alle spalle il personaggio da lui interpretato.

Mklane

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