TITOLI DI TESTA: Un lupo mannaro abruzzese alla Marvel
TRAMA: Nella mia vita ho conosciuto tantissimi tipi di mostri come mio cugino stitico che quando non riusciva ad andare in bagno era proprio brutto a vedersi, la mia insegnante di matematica alle elementari e, per non far torto a nessuno, gli altri 2 di Cineastio che se non li cito si offendono.
Poi certo ci sono anche i mostri classici: quello di Firenze, Dracula, Frankenstein, Brunetta e addirittura il Lupo Mannaro…e oggi vi parlerò proprio di quest’ultimo che a differenza di altri ha il pedigree Marvel.
In un giorno di nebbia, più grigia che mai perché la pellicola è in bianco e nero, muore lo Zio Tobia, famosissimo cacciatore di mostri che oltre ad avere un fucile dalla canna lunghissima (e non solo) era proprietario di una pietra magica, tipo quelle che trovi con il numero estivo di Amica, con un potere grazie al quale lo zio riuscì a catturare non vi dico i mostri.
Data la sua prematura morte (aveva solo 136 anni) la moglie invece del funerale decide di fare una caccia al mostro chiamando tutti cacciatori iscritti al WWF: chi riuscirà nell’impresa avrà in cambio la pietra che porta al collo il disgraziato. Così all’appello arrivano: Giggione tipico vichingo di Abbiate Grasso, la figlia illegittima di David Bowie che data l’illegittimità non ha nome, Hiothiro Nariga un cinese col vizietto, il sosia brutto di Wesley Snipes, Elsa nonché la figlia di Zio Tobia e infine Jack, per gli amici Giacomo, di origine abruzzesi ma vestito come un milanese.
Neanche il tempo d’iniziare la caccia che ecco i primi tagli ale comparse: al cinese prima tagliano la mano poi la testa (una bella sfumatura alta) e Giggione muore male esalando l’ultimo rutto. Nel mentre si scopre che quel paracelo di Giacomo è amico del mostro ed è intento a farlo scappare. E chi lo scopre? Elsa, che rimane ammaliata da Giacomo (Gael García Bernal) dal suo fascino abruzzese nonché dalla sua puzza di cane bagnato.
I due fanno scappare il mostro ma durante il fugone Giacomo toccando la pietra prende accidentalmente la 220 e viene sbattuto in una gabbia insieme ad Elsa. Roba da denuncia, un trattamento che manco a li cani…ma vi ricordate dell’afrore di cui vi parlavo? Quel sandalo misto al sacchetto dell’umido? Praticamente Giacomo si rivela per quello che è: un lupo mannaro di origini abruzzesi, di quelli che non mangiano le pecore perché al formaggio fatto dai pastori ci tiene ma ai cacciatori rimasti vivi un po meno. Così manco fosse un cane rabbioso, scodinzola poco e fa un casino…
TITOLI DI CODA: Un film che non è un film, infatti è un mediometraggio. Nulla di memorabile se non per resa estetica perché a livello di regia hanno messo Michael Giacchino, uno che fino a l’altro ieri è stato il compositore di non vi dico quanti film. Ma in fondo quelli della Marvel li capisco: solo uno con la famiglia di origini abruzzesi poteva girare una roba del genere. Da vedere con i croccantini al posto dei pop-corn.
EXTRA: Io non ho mai conosciuto un lupo mannaro, mi bastava quel cane di mio cugino.
Mklane
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