
La pellicola del 2004 The Terminal, diretta da Steven Spielberg, è ispirata alla vera storia di Mehran Karimi Nasseri, un iraniano che ha realmente vissuto nel Terminal 1 dell’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, dall’Agosto del 1988 al Luglio del 2006.
Accusato di attivismo contro lo scià Mohammad Reza Pahlavi, venne espulso dal suo paese natio e si ritrovò a vagare in giro per l’Europa in cerca di asilo politico, trovandolo in Belgio. Ancora sprovvisto di documenti (non è mai stato chiarito se gli fossero stati rubati, o li avesse smarriti), decise di spostarsi in Francia, dove passò tre mesi in carcere per aver soggiornato illegalmente nel paese.
Una volta libero tentò di prendere un volo per l’Inghilterra, ma venne fermato nuovamente dalla Gendarmerie Nationale. Decise a quel punto di stabilirsi su una panchina del Terminal 1 e vi rimase per diciotto anni.
Nel 1998 dopo una battaglia legale durata dieci anni, gli fu concesso di uscire dall’aeroporto, ma spiazzò tutti rifiutando di allontanarsi dall’aeroporto. Non solo…si nominò “Sir Alfred Mehran” e restò lì fino al 2006, quando a causa delle sue labili condizioni mentali e fisiche, venne prelevato e trasportato in una struttura d’accoglienza vicina all’aeroporto.
Per portare al cinema la sua storia, la Dreamworks gli firmò un assegno da $300.000.
Di lui non si è saputo più nulla di lui, fino al 12 Novembre del 2022, quando è stato ritrovato morto a causa di un infarto proprio nel Terminal 1 del Charles De Gaulle. Si è poi scoperto che, sapendo che gli restava poco da vivere, era tornato a risiedere lì. In quel posto che per anni aveva chiamato “Casa”.
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