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Il Buco – Capitolo 2 (2024) di Jonhdoe1978

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Il buco - Capitolo 2 Interna

Il mondo è pieno di persone che hanno buone idee. La loro condivisione/divulgazione, però, dipende dalla fortuna, dal caso, dall’abilità di cogliere l’occasione e, inevitabilmente, dalle conoscenze. Ovviamente, non si esime da questo schema il mondo cinematografico.
Nel 2019 Galder Gaztelu-Urrutia ha colto la sua occasione, portando su schermo Il Buco, un film con qualche estemporaneità, ma dai contenuti interessanti e indubbiamente, originali. Come si sa, però, dopo una buona idea e un buon risultato tutto cambia, le aspettative generali si alzano e le richieste di chi ha scommesso su di te aumentano inevitabilmente di intensità. C’è chi riesce a gestire questa pressione trovando un nuovo plot su cui investire e chi con il tempo si incarta trovandosi ingabbiato continuamente in quel lampo avuto. La diretta conseguenza di questo insabbiamento è riprendere in mano quella carta vincente convincendosi che la soluzione sia proprio li, smussando mentalmente quella considerazione che vede nei sequel uno dei terreni più scivolosi da intraprendere.
Sono, infatti, pochi i numeri due degni di nota o minimamente paragonabili al genitore e questo non è uno di quei casi.

Non avevo troppo aspettative su questo titolo, cinque anni di silenzio sono tanti e il tema trattato era cosi particolare che ricreare quel senso onirico tra privazione, forza, anima e immortalità era, a mio avviso, molto complicato. E se un calo di originalità era da aspettarselo, di certo non lo era la ripetitività ossessiva degli stessi temi e, soprattutto, una perdita assoluta del cuore che aveva spinto Gaztelu-Urrutia a dirigere il Buco. Il Buco  – Capitolo 2 è un’appendice non necessaria e per lunghi tratti fuori tema del film di 5 anni fa. Quel gioco al massacro tra capitalismo, necessità e istinto di sopravvivenza (giustamente esaltato dalla solitudine corrispondente) è diventato una partita di massa politico/religioso vista e rivista centinaia di volte. Non c’è può disperazione, attesa, angoscia, curiosità e senso di oppressione, solo la sensazione perenne che tutto sia stato fatto per stupire senza però avere la capacità di mantenere la vecchia alchimia. E quando è cosi non c’è nulla di emotivamente peggio. Anzi, forse qualcosa c’è, la perseveranza verso il basso e di conseguenza la fine. L’idea, a differenza del primo film, che con tutti i suoi limiti e le sue domande aperte, un senso compiuto comunque lo aveva, era ed è di chiudere la trilogia ed ecco quindi, la completa non necessità di mettere gli accenti sulle e lasciando un sospeso dietro l’altro. Peccato che invece di lasciare un qualche strascico emotivo quello che si prova (da spettatore) è un qualcosa in mezzo tra la noia e la distrazione. Senza spoilerare troppo, il misticismo cercato, cosi come il senso delle coincidenze della vita, evapora quasi subito sostituito da tutta una serie macchiavelliche di scene e/o immagini. Niente più senso opprimente della discesa, niente più quella sensazione dantesca di tale caduta e soprattutto, niente più espiazione o al contrario appesantimento di colpa e rimorsi. Già il fatto di modificare la natura punitiva di una prigione a una scelta personale di tale metaforica privazione della libertà stona e limita appunto, quella stessa oppressione.

Sinceramente credo che lo stesso Galder Gaztelu-Urrutia sapeva che non poteva ricreare la magia del primo film ed ha cercato di appesantire la visione con maggiore violenza, E come dire cerco di tamponare con le immagini l’inevitabile buco emotivo che si creerà. Magari nella sua testa la direzione era anche giusta, peccato che, sempre a mio avviso, lo abbia portato completamente fuori lo schema del capitolo precedente.

La sensazione è che la strada, come detto, verso la conclusione del cerchio (almeno cosi pensano i più predisposti a capire e comprendere questa storia) avvenga tramite un terzo e ultimo film. Io non ne sono cosi sicuro. Netflix non perdona e la caduta di qualità e originalità de Il Buco – Capitolo 2 è cosi evidente che non credo passi cosi inosservata. Al colosso streaming non interessa lasciare i discorsi aperti a metà, quello che conta è il risultato del momento.

Aspettando quello che sarà e basandomi su quello che ho visto, che non può essere scisso dal prodotto precedente, siamo davanti a un film che se non avesse avuto i primi 20 minuti sarebbe stato un disastro assoluto. Almeno all’inizio si è tentato di ricreare lo stesso senso mistico/intimo (che poi è stato il segreto del successo) del racconto di 5 anni fa, cosa poi completamente abbandonata in tutto il proseguo. Anche il messaggio circolare della cosa, evidentemente presente nel Il Buco, qui non arriva, sostituito, come accennato, da un non ben comprensibile luogo sospeso tra la liberazione e la colpa. La stessa differenza di percezione tra l’età adulta e quella fanciullesca in questo caso è tutta confusa e forzata risultando alla fine al limite dello stucchevole/comprensibile.

Questo, e qui chiudo, è uno di quei classici casi in cui il me lo aspettavo era molto più quotato del però peccato. Dal mio punto di vista erano veramente poche le possibilità di non fallire e mi chiedo come tutto il pacchetto produzione non se ne sia o non se ne poteva rendere conto molto prima. Creare tante domande senza dare risposte, se non ad alcune, è una cosa che funziona quando crei un’alchimia emotiva (Il Buco) tra storia e spettatore, se questa si allenta tutto non solo si ammorbidisce, ma rischia il tracollo completo. Ed è quello che è successo in questo film.

Jonhdoe1978

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Il Buco - Capitolo 2

Il buco - Capitolo 2
3.4

Valutazione Complessiva

3.4/10

SCHEDA

  • Regia: Galder Gaztelu-Urrutia
  • Anno: 2024
  • Durata: 99'
  • Genere: Horror/Fantascienza

Interazioni del lettore

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