
Dopo l’ uscita del libro Catch Me If You Can nel 1980, la biografia di Frank Abagnale Jr.sembrava da subito destinata a diventare un film per il cinema con protagonista Dustin Hoffman, reduce dal successo di Kramer contro Kramer.
In realtà non se ne fece nulla fino al 1990, quando finalmente la Paramount Pictures si decise ad acquistarne i diritti, lasciandoli però parcheggiati a prendere polvere fino al 1997, anno in cui Barry Kemp della Dreamworks portò via il progetto alla Paramount.
La regia fu proposta, senza successo, a Cameron Crowe e a Lasse Hallström che rifiutarono per scarso interesse verso la sceneggiatura. Nel 2000 sembrava cosa fatta l’ accordo con Leonardo DiCaprio nel ruolo del protagonista e David Fincher alla regia, ma anche quest’ ultimo rinunciò preferendo di dirigere Panic Room.
La scelta ricadde allora su Gore Verbinski, entusiasta della sceneggiatura di Jeff Nathanson, ma quando DiCaprio fu trattenuto sul set di Gangs of New York per rigirare alcune scene, anche Verbinski fece dietrofront, lasciando ancora una volta il film sprovvisto di un regista.
Fu solo allora che Di Caprio propose di dirigere la pellicola a Steven Spielberg che, nel frattempo, era entrato nella cordata di produzione. Spielberg accettò quasi immediatamente, dichiarando di trovarsi in un periodo molto oscuro della sua vita, dopo le riprese di Minority Report e che Prova a prendermi sarebbe stata di sicuro “Un’ ondata di aria fresca”.
Dopo 22 anni di attesa, il film fu girato interamente in soli 52 giorni.


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