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Alien Covenant (2017) di Jonhdoe1978

Contrassegnato con: Alien Covenant, cinema, Recensione Alien Covenant

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Subito dopo l’uscita di Aliens Scontro Finale era circolata la voce di qualche frizione tra James Cameron e Ridley Scott (padre del primo film), poi scongiurata o meglio assopita, dalle numerose voci di collaborazione tra i due per eventuali sequel o prequel riguardanti lo Xenomorfo. Alien Covenant ha spazzato ogni dubbio evidenziando ancora una volta che i rumors che provengono da Hollywood non sono quasi mai senza un fondo di verità.

Anno 2104, l’astronave USCSS Covenant con a bordo 15 membri dell’equipaggio oltre a 2000 coloni e 1140 embrioni di seconda generazione, è diretta sul pianeta Origae-6, che da diversi studi risulta essere perfetto per una colonizzazione da parte dell’uomo.
Una tempesta di neutrini costringe il droide di bordo, Walter (Michael Fassbender), uguale nell’aspetto esteriore al David di Prometheus, a svegliare anticipatamente i membri dell’equipaggio onde evitare il collasso generale della nave. Durante i lavori di ripristino e prima di riattivare la procedura di ibernazione, viene percepito da parte di uno dei componenti rimasti, un messaggio radio proveniente da un vicino pianeta che sembra avere le fattezze e le caratteristiche simili a quelle della Terra. Il nuovo capitano, l’originario è rimasto ucciso durante la tempesta, una volta ascoltati tutti e contro il consiglio Daniels (Katherine Waterston) decide di dirigersi verso questo segnale e vedere le reali condizioni di questo mondo.

Dopo Prometheus ritenevo che le possibilità che questo sequel del prequel potesse essere appena decente fossero molto basse, ormai la strada intrapresa era delineata, ed era troppo debole e forzata per aspettarsi qualcosa di diverso.
Nel suo complesso Alien Covenant fa un ulteriore passo indietro (e non era facile) rispetto al capitolo precedente e viene letteralmente salvato da un finale intelligente che ha dato un minimo di suspance a un film che sino ad allora ne aveva avuta ben poca.
Scott questa volta è autore di una regia meno pulita ma più sentita, abbandona in parte le riprese ampie di cui aveva fatto incetta nel primo prequel, per tornare ad inquadrature strette, intime e con angolazioni che ricordano molto l’Alien del 1979. La sensazione è come se lui inconsciamente, o forse no, man mano che ci si avvicini alla congiunzione con la storia originale cerchi di assottigliare le divergenze, quasi per far notare il meno possibile lo stacco che sia le tecniche che gli anni fra le produzioni, inevitabilmente hanno.

Purtroppo è ancora una volta la storia che non regge, abbrutendosi e incartandosi ulteriormente rispetto al primo capitolo, in meccanismi cervellotici che di lineare e accettabile non hanno proprio nulla.
David il droide di Prometheus, insieme alla dottoressa Shaw, è poi arrivato sul pianeta di origine degli Ingegneri, riuscendo a fare l’unica cosa che ha sempre avuto in mente, annientarli con la medesima arma di distruzione di massa da loro creata per sondarne l’effettiva portata. Fatto questo ha iniziato lui stesso a studiare un modo per ricreare e sviluppare questa nuova forma di vita utilizzando come cavia il corpo della povera dottoressa, ottenendo e creando il primo uovo del Facehugger.
Quindi, fra incredulità e amarezza, le uova degli Alien, una delle invenzioni più belle e terrificanti della cinematografia Horror-Fantascientifico, sono state create da un Robot programmato da un miliardario che ha finanziato una spedizione alla ricerca degli Ingegneri, utilizzando la loro nuova e sperimentale specie/virus?
La risposta, purtroppo, è sì.

Scott si è comportato come un bambino proprietario di un negozio di caramelle che vieta a qualsiasi altro non solo di assaggiare ma anche solo di sbirciare all’interno. In pratica per lui l’unico film girato che parli di Alien è il suo, con tanti saluti alla Regina che produce uova dell’Aliens di Cameron, e quindi a cascata al sacrificio di Ellen Riplay del terzo capitolo e alla clonazione del quarto, di cui sono figli diretti.
Lo stesso Cameron, incalzato più di una volta da alcune domande in merito ha manifestato qualche perplessità per la rotta presa dal collega, continuando comunque, a ribadire il rispetto e l’ammirazione per lo stesso. E sinceramente non poteva essere altrimenti, una guerra tra i due non servirebbe a nessuno, ma l’incredulità del primo, e di tutti noi, è sembrata evidente. Il film non è solo scarso nei contenuti ma anche nell’interpretazione, assolutamente anonima, e non solo a causa degli attori ma anche e soprattutto per la scelta di rendere protagonisti due droidi, inespressivi per definizione. Non c’è mai la minima traccia di quell’angoscia o tensione che dovrebbe essere alla base di una pellicola del genere, se non, come detto, nella parte finale quando David si spaccia per Walter (la parte buona) per entrare nell’astronave e riprendere clandestinamente la rotta verso di Origae-6 insieme alle sue due piccole uova di Alien da lui, come detto, create.

L’idea che mi sono fatto è che solo a Ridley Scott potesse essere concessa una violenza al cinema tanto pesante, qualunque altro regista che si fosse presentato con questa idea di prequel sarebbe stato allontanato dalla stanza con tanto di improperi. Il credito che si è creato ha fatto sì che tale progetto fosse accettato senza problemi e questo anche perché una sua firma ha sempre comportato un bilancio economico positivo alla produzione.
La cosa scoraggiante è che ancora non si è giunti alla conclusione della vicenda, manca ancora un passaggio per arrivare all’astronave di Ellen Ripley e compagni, ed è impossibile aspettarsi niente di lontanamente accettabile, almeno di un non ripensamento narrativo che comunque sarebbe più mediatico che di convinzione.

Jonhdoe1978

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Alien Covenant

Alien Covenant
3.5

Valutazione Complessiva

3.5/10

SCHEDA

  • Regia: Ridley Scoot
  • Anno: 2017
  • Durata: 122'
  • Genere: Fantascienza

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