TITOLI DI TESTA: Capitolo 1 – La minaccia via streaming
TRAMA: tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…cioè no, volevo dire poco tempo fa, quando a un regista dissero che non poteva girare un film di Star Wars con parolacce, alcool e senza spade laser perché a Topolino non sarebbe piaciuto, questo decise di farlo insieme a Netflix…quindi all’orizzonte niente giocattoli, confezioni dei cereali customizzate e parchi giochi a tema.
Che storia t’inventi per un nuovo Star Wars? Parli dei baristi del Cantina e delle loro difficoltà di far tornare i conti a fine mese come in una puntata di The Bear? La storia d’amore dei genitori di Han Solo che si sono conosciuti in un locale di scambisti? Perché non parlare della fabbrica con personale inclusivo che ha fabbricato le spade laser solo per farci capire che non si ricaricano tramite cavetto Usb?
Sostanzialmente fai prima a non inventarti un beata minchia e cominci a fare il gioco delle addizioni: attori bellissimi + slow motion quando non serve + katane laser + la scena di reclutamento di Bastardi senza Gloria ma dilatata per un ora e mezza che sennò che racconti + una fotografia che Caravaggio scansate = l’ultima follia dell’imperatore Zack Snyder su come svuotare il salvadanaio di mamma Netflix.
E come ti approcci a una roba del genere? Facendo lo sborone. C’è una nave spaziale a forma di melanzana che sfonda una vagina spaziale solo per dire che “ao, semo arrivati e mo so cazzi vostri!”. Su sta nave c’è un generale degli Irriducibili (praticamente quelli che ormai hanno vinto il campionato interspaziale e se vojono pijà tutto er cucuzzaro) che ha finito le scorte di caffè per fare il Borghetti. Così arriva tutto coatto dalle parti di un villaggio pieno di contadini senza calli sulle mani e con la pelle tiratissima, solo per depredarli di tutto.
In mezzo a quella sfilata di Gucci ce sta na tipa che non c’entra niente: taglio di capelli fatto all’Esquilino e un fisico che vai a capì in quale palestra è andata perchè dove vive ce stanno solo buoi e balle di fieno. Dopo varie scaramucce e qualche morto, lei e un piacione decidono di fare come nel film di Tarantino e andare alla ricerca di soldati (7 bastano contro un armata stellare) per contrastare il capo degli Irriducibili e portare la vittoria del Derby giocato in casa.
Allora ecco Han Solo interpretato dalla copia discount di Brad Pitt, il principe fisicato a cui piacciono gli uccelli, il cugino del robot Emilio dal design by Apple, la cinese che ha paura dei ragni, Juba del Gladiatore che ormai ha fatto più film nello spazio che sulla terra ferma, e un fratello e una sorella usciti da un ritrovo di Cosplay che giocavano a Paintball. Senza nessun approfondimento o quella roba che ti fa scattare il “questo me sta simpatico però mi ricorda troppo Han Solo” i nostri arriveranno a uno scontro contro la squadra nemica con tanto di scena in cui il “capitano” cade tra le fiamme tipo quel tipo con il casco nero di cui non ricordo il nome…
TITOLO DI CODA: praticamente uno spin-off di quella saga con le spade laser solo più patinato, esteticamente perfetto come pezzo di design in una casa di campagna, con rimandi scimmiottati e con poca anima…magari la inseriranno nel secondo capitolo, ma quella è difficile comprarla.
EXTRA: essere o non essere Star Wars, questo è il dilemma…
Mklane
Ti è piaciuta la recensione? Allora facce er favore e seguici anche su Instagram e Facebook
Lascia un commento