Ci sono i film…poi ce stanno questi! Dopo i “Bellissimi di Rete Quattro”, una nuova puntata de i “Dimenticabili di Cineastio”.
TITOLI DI TESTA: era mejo se annavi a Ponza
TRAMA: se sei alla ricerca de na pellicola che te lascia senza parole, non per la bellezza ma pe lo smarrimento interiore, eccotela servita. Più che un film, na visione che manco dopo tre mojito, due birre, una botta de tachipirina e una canna accesa da dietro te regge.
Con Val Kilmer che c’ha sempre quell’espressione da “che cazzo ce sto a fa qui?” e Marlon Brando che qua è na cosa a parte. Una leggenda, sì, ma qui pare uscito da n’episodio de Star Trek diretto da un ipovedente.
Ce stà un poraccio di cui non ricordo er nome e che chiameremo Evaristo, che siccome aveva perso er traghetto pe Ponza, se ritrova su n’isola che manco stà scritta sulle mappe. Apparte na cifra de comparse, se ritrova davanti Marlon Brando completamente rincoglionito (ma sul serio, eh, sia nel film che nella vita) che fa esperimenti genetici per creare sta nuova razza de uomini-animali, animali-uomini, uomini-Pokemon, insomma na roba che manco nei sogni de Frankenstein dopo aver magnato pesante. A daje na mano ce stà pure Val Kilmer che pur de recità insieme a quel mostro sacro se mette a fà lo zerbino.
Evaristo comincia mezzo a cagasse sotto, ma mica pe st’omini bestia, ma perchè Brando se veste come Cristiano Malgioglio, tutto de bianco, coperto de veli, co in testa na specie de scolapasta d’oro e a fianco un nano vestito uguale a lui, praticamente un Mini-Me dei poveri…e qua capisci che tutto è perduto.
Gli effetti del Whiskas sui gatti
Brando parla come se stesse a legge le istruzioni del microonde, ogni battuta pare improvvisata mentre pensa alla lista della spesa, e intanto gli uomini-gatto, uomini-cane, uomini-cinghiale se menano tra loro tipo rissa al centro sociale.
Val Kilmer, invece, passa da scienziato a stronzo a tossico a…boh. Alla fine pare che se sia fatto de funghetti insieme a tutta la troupe, e te guardi il film pensando: “Ma questo è fantascienza, horror o na pubblicità de croccantini andata a male?”
E c’è pure il tempo pe na scena epica, come il processo tribale con uomini-capra che urlano “La legge! La legge!”, e Brando che gli fa da giudice col ventilatore puntato addosso manco fosse il papa in crociera. Poi pure l’animali se rompono le palle, se magnano tutto er cucuzzaro, e decidono de pagà er biglietto de ritorno sia a Evaristo che al regista…almeno se levano dalle palle.
TITOLI DI COSA: Il regista John Frankenheimer è subentrato in corsa e si vede: il film c’ha più tagli e rimaneggiamenti di una studentessa di medicina all’esame d’anatomia, e l’atmosfera è quella di un rave su un’isola di pazzi. Sembra che ogni attore reciti un film diverso, e che abbiano montato tutto alla cieca sperando che venisse fuori un capolavoro…ma invece pare “L’albero azzurro” in acido. Più che un isola perduta, è tempo perso. Brando è un monumento al delirio, e qui ce l’hanno incastonato in una pellicola assurda dove pure il gatto mezzo uomo pare stanco. Val Kilmer fa quel che può, ma nun è che pò salvà la baracca a suon de sguardi intensi e capelli lucidi. E il film, nonostante voglia essere una critica sul fatto che troppi croccantini fanno male, pare scritto da no scimpanzé, e girato da n’bradipo. Morale: se volete vedere gente che si crede Dio, animali antropomorfi e Brando vestito come se stesse a fà cosplay de una mozzarella sacra, questo è il film per te. Pe tutti l’artri, ve consiglio un documentario de National Geographic: lì gli animali sò più credibili.
EXTRA: Nulla da aggiungere.
Mklane
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