Nome: Eduardo “Lalo” Salamanca
Segni Particolari: Scarsamente empatico
Attività: Don della famiglia Salamanca e sostenitore del cartello della droga di Don Eladio Vuente
Periodo di attività: Dal 2018 al 2022
Influente boss della droga messicano, leader di alto livello del cartello di Don Eladio Vuente (Steven Bauer) e, soprattutto, principale antagonista di uno dei più importanti distributori di metanfetamina negli USA, Gustavo “Gus” Fring (Giancarlo Esposito).
Nipote di Hector “Tío” Salamanca (Mark Margolis) è anch’egli un membro della potente famiglia criminale che porta il cognome dello zio e ne gestisce i “servizi” insieme ai suoi quattro fedelissimi cugini: il principale distributore Tuco (Raymond Cruz), i sicari Marco (Luis Moncada) e Leonel (Daniel Moncada) e Joaquin (Gabriel Nunez), che lavora come guardia del corpo di Eladio. Pur essendo spietato e brutale allo stesso modo (ma forse anche più) dei suoi parenti, diversamente da loro dimostra però una personalità carismatica ed apparentemente allegra, oltre ad una estrema furbizia e una grande intelligenza.
Stiamo parlando di Don Eduardo “Lalo” Salamanca, conosciuto da alcuni come Jorge de Guzman, il più noto tra i clienti di Saul Goodman (Bob Odenkirk), il cui successo come avvocato criminale è dovuto interamente alla sua associazione con Lalo, che porta molti altri criminali a cercare i suoi servizi. Ed è proprio grazie a lui, che gli ha insegnato ad amministrare il denaro sporco e ad avere a che fare con la costante paura di morire, che dobbiamo la trasformazione del fu Jimmy McGill di Breaking Bad nel Saul dello spin-off Better Call Saul.
Per dare vita ad uno dei villains più terrificanti della storia delle Serie TV, l’attore texano Tony Dalton ha infuso in Lalo una personalità ottimista, per rappresentare una visione della vita più rilassata e immaginando per il suo personaggio un’educazione da ricchi negli Stati Uniti, diversa dai tipici stereotipi sui membri dei cartelli della droga. Gli sceneggiatori Peter Gould e Vince Gilligan appoggiarono da subito l’idea di Dalton di dar vita ad un personaggio “Intelligente, un po’ spaventoso, un po’ spensierato e un po’ bravo ragazzo”, frutto di una commistione di peculiarità rubate ai cattivi interpretati da Jack Nicholson, il Francis Walsingham di Geoffrey Rush in Elizabeth di Shekhar Kapur che “uccideva con il sorriso” e il Jules Winnfield di Samuel L. Jackson in Pulp Fiction di Quentin Tarantino.
L’interpretazione di Dalton per il suo Lalo Salamanca è a dir poco superlativa. Riuscire a proporre un personaggio talmente perfetto, quanto inquietantemente affascinante, dopo 5 stagioni di Breaking Bad e 4 di Better Call Saul, è paragonabile ad un tiro a giro sotto il sette da fuori area, al 94’, dopo una cavalcata sulla fascia di 60m. Insieme all’Anton Chigurh di Javier Bardem ne Non è un paese per vecchi di Joel e Ethan Coen, uno dei miei villains preferiti in assoluto…e con un’acconciatura decisamente più accettabile.
Alessandrocon2esse
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