Il 30 Gennaio del 1986 arrivava nelle sale italiane Rocky IV, terzo sequel del fortunatissimo Rocky del 1976, sceneggiato, diretto ed interpretato da Sylvester Stallone.
Ambientato durante il periodo della Guerra Fredda, in questo episodio della saga il campione italo-americano Rocky Balboa deve vedersela con il giovane e glaciale sovietico Ivan Drago.
Per la parte dell’antagonista, prima che la scelta finale ricadesse sull’allora semisconosciuto ventinovenne Dolph Lundgren, vennero provinati più di ottomila attori.
Lundgren piacque da subito a Stallone, ma gli addetti ai casting gli consigliarono di virare su qualcun altro, poiché l’attore svedese era parecchio più alto di lui. A quel punto fu lo stesso Lundgren a chiamare Stallone e consigliargli di mettere su un’altra decina di chili di massa magra, così da rendere indimenticabile lo scontro USA/URSS a suon di pugni.
Sia Stallone che Carl Weathers (che nella saga interpreta Apollo Creed) però, ebbero non poche difficoltà a confrontarsi con la forza e la voglia di esibirsi di Lundgren.
Weathers abbandonò il Set per quattro giorni, dopo averlo accusato di essere stato scaraventato con troppa foga contro l’angolo del ring di scena. Stallone riuscì a convincerlo a tornare a girare, ma solo dopo aver rinegoziato le condizioni lavorative (ed economiche) contrattuali con i suoi agenti.
Stallone venne addirittura ricoverato in ospedale per otto giorni, dopo aver invitato Lundgren a colpirlo realmente, per avere più realismo nelle scene sul ring. Dopo la prima raffica di colpi, avvertì un forte bruciore al petto che però ignorò, continuando a girare: il suo cuore aveva sbattuto violentemente contro lo sterno e, senza quel ricovero, si sarebbe gonfiato fino a fermarsi definitivamente.
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