Ci sono i film…poi ce stanno questi! Dopo i “Bellissimi di Rete Quattro”, una nuova puntata de i “Dimenticabili di Cineastio”.
TITOLI DI TESTA: bulli e pupe
TRAMA: una pellicola che te fà capì quanto po esse dura la vita se sei roscio, co qualche chilo de troppo perchè te magni le ciriole pure a colazione e vivi in America. Na roba che poteva tranquillamente vive come corto, poi t’arriva er regista Santino Campanelli e decide de facce un film la cui originalità è pari allo zero.
Il regista, parrucchiere delle dive, Santino Campanelli
Ce stà Jimmy che viene preso de mira da tutti, vecchi, cani, pure i nonvedenti nun lo possono guardà. Dato che viene bullizzato pure a scuola, decide de chiede aiuto a un ex pugile (Ron Canada) e al suo allenatore (Danny Trejo). Grazie a sti du vecchi imparerà a difendersi, ma nel mentre tu te fai du palle che nun te dico.
Danny Trejo, che di solito basta la sua faccia a rende interessante pure na pubblicità de pannolini, qui sembra svogliato, come se stesse a pensà: “Ma nun me ne potevo stà a casa?” Il resto del cast? Meglio sorvolà. Le performance sò talmente piatte che te viene voglia de tifà per il bullo di turno, sperando che metta fine a sto strazio.
I dialoghi so così forzati che sembrano scritti da un robot senza aggiornamenti dal ’90. La regia de Campanelli? Inesistente. Le scene si susseguono senza ritmo, senza pathos, senza niente. Un film che dovrebbe parlà de riscatto personale e coraggio, ma che invece te fa venì voglia de spegne tutto e annà a fà una passeggiata. E alla fine Jimmy pesta er bullo della situazione diventando BULLO lui stesso…chapeau!
TITOLI DI COSA: una perdita di tempo colossale. In conclusione, Bully è ‘na perdita de tempo colossale. Un film che prova a trattà temi importanti come il bullismo e l’autostima, ma che fallisce miseramente su tutta la linea. Se proprio c’hai tempo da perde, guardate na puntata de Beautiful: almeno lì c’è più suspense.
EXTRA: io non c’ho mai avuto problema co i bulli, li ho sempre pagati regolarmente.
Mklane
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