Figlia di Lenny Kravits, che di per se, ovviamente, non è ne una colpa, attrice che piano piano ha conseguito tra serie e film, culminata nel ruolo di protagonista in The Batman, un certo prestigio e, infine, modella apprezzata e cercata da più parti. La domanda quindi è: era cosi necessario addentrarsi nel campo della regia e della scrittura cinematografica? Per il futuro non sappiamo, ma per il momento si può affermare con fermezza che no, non era necessario.
Ora la logica mi imporrebbe un’analisi generale spiegando in grandi linee il perché considero Blink Twice un film completamente rabberciato, ma credo che per andare dritto al nocciolo sia indispensabile soffermarsi su un preciso particolare con conseguente spoiler.
Avvertiti di ciò, il punto è: passati sopra l’incipit, già di suo evidentemente forzato ed eccessivamente fantasioso, come si può accettare non solo che il proprietario miliardario non abbia fatto eliminare tutti i serpenti presenti sull’isola (gli mancavano i soldi per far controllare centimetro per centimetro la proprietà?), ma che permettesse a una anziana di distillare un liquore con la stessa sostanza quando essa era capace di smascherare tutti i giochi suoi e dei suoi amici? E’ come sei io, facendo un esempio, fotografassi un mio furto e poi invece di distruggere queste foto le nascondessi sotto il tappeto continuando a invitare persone! Possibile che non si sia trovato un espediente diverso per spiegare il misfatto, che ne so un altro fiore? Partendo dal presupposto che già questo per me è fonte di impresentabilità del progetto, ci sono altre cose che sono altrettanto incomprensibili: come si fa a pensare che uccidere una persona non comporti una qualche conseguenza magari per le persone fuori da quel luogo? Tanto per fare un altro esempio, anche se nessun degli altri ospiti si fosse “svegliato”, la scomparsa di Jess non avrebbe comportato ( il fantomatico uomo che frequentava, tanto per fare un nome) qualcuno che la cercasse? Non l’ha vista nessuno entrare alla festa o prendere l’aereo ? Anche qui nessuna spiegazione. E poi la fine…! Imbarazzante. Un altro momento messo li senza un minimo di costrutto o consequenzialità narrativa.
Chiudendo, mi sono anche troppo dilungato per la portata della rubrica, Zoë Kravitz per il momento, dal mio punto di vista, è decisamente bocciata. Un’idea non va presa buttata li e sviluppata puntando solo sull’effetto sorpresa/accettabilità metaforica, deve essere accompagnata sia da una solidità importante che da una concatenazione degli eventi almeno un minino plausibile e/o giustificabile. Le scelte fatte hanno comportato, cosa estremamente grave, che il cuore del film, aberrante nella realtà, non raggiunga per nulla il suo scopo. Allo spettatore, infatti, sarebbe dovuto arrivare un tornado e invece, quello che si percepisce è solo una leggerissima brezza senza conseguenze emotive.
L’unica cosa da salvare, qui il livello è molto buono, le scelte registiche nelle scene violente. Buona compensazione tra visione e immaginazione.
Voto 3.8/10
Jonhdoe1978
TRAILER: a bambolì!
TRAMA: Blink Twice, che non è il nome di un brand per bambine, è na strana brutta storia co na botta de vendetta che te fà male pure dopo na settimana. Ce stà Slater King, che non è il nome di un pupazzo per bambini, che è tipo un pappone de la tecnologia, co n’ego grosso quanto er conto in banca, che t’organizza feste su n’isoletta privata, dove se magna bene e se beve mejo.
Tant’è che tra l’invitate ce se ritrovano due amiche, Frida e Jess. Er mare pulito che pare a Sardegna, cocktail non annacquati, abbuffate de pesce non surgelato, praticamente sta vacanza pare na favola, roba che Frida te se n’annamora del marpione dal nome strano.
Er problema è che ce stà pure tutta altra gente uno peggio de n’artro, tipo li camerieri che vanno in giro co un tatuaggio de n’serpente che pare n’lombrico. Da qua in poi le cose cominciano a puzzà de fregatura in saldo, perchè Frida e Jess nun se ricordano le cose, tipo come allacciasse le scarpe o pulisse er culo. E infatti poi scoprono che su st’isoletta nasce un fiore particolare, roba che lo mettono dappertutto perchè cancella a memoria…hai capito er marpione?
Così sta vacanza diventa na lotta pe la sopravvivenza, anzi no, na lotta de classe perchè tutte le donne der film (pure le figurazioni speciali) decidono de vendicasse e so cazzi amari. E allora eccote servito st’incubo de lusso, dove se cominci a fà er marpione prima o poi fai la fine der cojone…e dopo te ritrovi a fà li conti col fatto che dar patriarcato s’è passati al matriarcato, e buonanotte a tutti i discorsi de parità perchè evidentemente è sempre più facile prevaricare sull’altro che risolve li problemi.
Voto 3.5/10
Mklane
Blink Twice della debuttante alla regia Zoe Kravitz è un film che parte da una premessa interessante, ma soffre sin dai primissimi minuti di una palese e forte derivazione da altre pellicole, in particolare Get Out di Jordan Peele e The Menu di Mark Mylod.
Ambientato su un’isola appartata dal resto del mondo, il film intende rappresentare un microcosmo privo di regole, dove emergono dinamiche di prevaricazione e abuso. Tuttavia, la narrazione non offre spunti originali, seguendo uno schema già visto molte volte: l’idillio iniziale viene gradualmente smantellato da dettagli che destabilizzano solo i protagonisti, mentre lo spettatore anticipa facilmente i colpi di scena tra la noia totale.
La Kravitz sbaglia tutto quello che può sbagliare, soprattutto gestendo male i tempi di rivelazione degli indizi, rendendo prevedibile tutto ciò che dovrebbe sorprendere. Il film, privo di una reale originalità, risulta un esercizio di stile didascalico, che non riesce a emergere dalla sua mediocrità narrativa. Proprio come in The Menu, che però alla fine aveva un suo perché, Blink Twice si perde nella necessità di sottolineare eccessivamente il suo messaggio, caricando simbolismi esagerati che scivolano nel ridicolo, come nel caso del “coniglietto rosso”.
Il film adotta un approccio manicheo che divide nettamente uomini e donne: i primi, guidati da Channing Tatum, sono brutali predatori, mentre le donne, con Naomi Ackie al comando, sono le vittime indifese. Questa dicotomia semplifica troppo il discorso sulle dinamiche di potere, senza fornire una riflessione profonda sul tema della parità di genere. Blink Twice finisce per essere un film populista, che sembra voler guadagnarsi il favore del pubblico attraverso una netta separazione tra bene e male, senza però proporre una vera riflessione sulle complessità del femminismo, o delle relazioni di potere.
In definitiva, pur con qualche spunto interessante, il film si rivela pronosticabile e privo di curiosità, incapace di offrire una vera decostruzione delle convenzioni cinematografiche.
Voto 3/10
Alessandroncon2esse
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