Nome: Aragorn II
Segni Particolari: Portatore della spada Andúril
Attività: Erede prima e Re poi
Periodo di attività: La terra di mezzo ha altre regole temporali
Tutti quanti abbiamo un debole per gli eroi maledetti e tormentati con il cuore d’oro, ma questo però non esclude la necessità artistica ed emotiva di averne altri con caratteristiche diverse. Parliamoci chiaro, l’ero senza macchia e con l’altruismo sempre davanti a ogni cosa non è, a bocce ferme, cosi intrigante, ma questo, a mio avviso, proprio perché sappiamo della loro esistenza e perchè ci hanno sempre cullato e dato un senso di sicurezza. In pratica, ne abbiamo infinitamente bisogno, anche se non lo sappiamo. Detto questo, di questi eroi immacolati ne esistono alcuni che alla lunga, per la loro eccessiva retorica morale, sgretolano il nostro senso innato di giustizia e immedesimazione, vedi Jon Snow, e altri invece, che riescono a farlo emergere insieme alla bontà, il coraggio e l’impavidità, risultando convincenti e perché no, travolgenti. Aragorn non può non far parte di questa schiera.
Premessa, quasi tutti sanno che l’Aragorn su carta, nei libri per intenderci, è abbastanza diverso rispetto a quello visto nei film. Senza entrare troppo in tutte le differenze, ce ne è una che a mio avviso, più di altre identifica il personaggio e che ha in qualche modo umanizzato ancor di più l’opera cinematografica: il dubbio che aveva se salire sul trono. Nei libri non ce ne è traccia, nel film da un certo punto in poi diventa uno, anche se astratto, dei protagonisti. I suoi dubbi sono legati in parte alla storia e in parte, vero successo, all’immaturità emotivo che lui crede di avere. La sua e la nostra convinzione cresce con la storia, quasi che il suo percorso di vita, intriso di amicizia e di amore, sia quasi il nostro. Non c’è ne spavalderia ne timore, ma solo la ricerca di un nuovo equilibrio minato sin da piccolo e che ne ha condizionato tutte le scelte future. L’ inquietudine delle responsabilità hanno fatto il resto. Proprio queste titubanze tra l’essere e non essere ha reso, dal mio punto di vista, la sua impavidità finale assolutamente vicina e quindi non fine a se stessa. Il sacrificio è apparso quasi sincero e questo è stato indispensabile per rendere il personaggio degno, come detto all’inizio, di immedesimazione e simbolo di paragone.
Proprio questa figurina emotiva ha però, oltre alla penna di Peter Jackson, una ragione ben specifica: Viggo Mortensen. Tutti sanno che l’attore scelto inizialmente era Stuart Townsend, poi mandato via dallo stesso Jackson perché ritenuto troppo acerbo, e credo che lo switch sia uno dei motivi di successo dell’intera trilogia. Aragorn alla fine era ed è il collante di tutta la trama, sbagliarlo empaticamente avrebbe voluto dire colpire con forza il cuore e l’anima dei tre film. Tornado a Viggo, credo che non ci siano dubbi sul come sia riuscito a calarsi cosi tanto nel ruolo da rendercelo quasi reale e palpabile. La materializzazione di un personaggio di fantasia è sempre un viaggio meraviglioso e forse il più grande motivo per cui uno si innamora dell’arte, qualsiasi essa sia. La maniacalità di Mortensen, per capire la sofferenza del personaggio ha dormito con la spada all’esterno per qualche notte, credo sia stata fondamentale per fare in modo che Aragorn emergesse e dettasse i tempi della storia. Il suo modo calmo ma deciso di trasmettere le sue sensazioni ha fatto il resto, regalando una sicurezza che insieme all’indispensabilità della giustizia (almeno per questo racconto) ha fatto ritornare tutto.
Negli ultimi tempi, e qui chiudo, da più parti si parla di un possibile ritorno di questo personaggio, del modo e del come non si sa. Lo stesso Viggo non ha escluso tale possibilità legando la scelta alla sceneggiatura. Personalmente credo sia rischioso, se non altro perché il cuore e l’anima con il tempo passa e la pura determinazione a volte non basta per far ricreare una magia interpretativa quasi unica. Forse sarebbe meglio lasciare il Re al suo posto, di strada epica e messaggi di eternità ne ha dati già abbastanza, e il senso di amore, altruismo e equità che ha regalato rischierebbe, proprio per la loro enormità, solo di essere intaccato.
Jonhdoe1978
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